30 gennaio 2024


 Corre voce 


Corre voce che l’amore sia retrogrado

e che in solitudine l’uva si sposi con il vetro.

Il frutto è immancabilmente un bicchiere.

Sulla tavola sparsi grappoli seccati di brutto 

e pane trattenuto con durezza in luogo

della fraganza che accompagna mordere 

ciò che rimane del desiderio. Ho fame,

ma non è vera. Ho sete, ma non è sola.

La bocca sa di uva nera che secca 

pensarla fuori stagione; e il cuore, il cuore

è claudicante o ribatte con incertezza

se stesso per forza maggiore.  

Eppure l’uva più secca più dolce

conquista. Come l’amore 

o nel turno di notte la stella golosa. 

Ma la pancia ruglia e saliva il palato 

allungato all’uva così ristretta al seme. 

Niente da fare: l’amore è retrogrado 

per chi ti pianta.


24 gennaio 2024


Vivo perché ho letto 


E tu, incuneato nello sguardo, 

avevi un occhio di riguardo 

per l’altro; per i visitatori con terre 

future nelle orbite e documenti 

senza un’ombra di riconoscimenti.

Ci presentò la doglia; ed una pozza

si liberò dell’acqua sotto i nostri piedi:

quanto bastava per dire “scusami”

insieme tremuli e margherite strette

al vento. Ossia, i petali congiunti

esistono meglio, ma lo stelo della lingua

regge dell’altro.


(a F.F. - alive)


16 gennaio 2024


Gigi

Stanno scomparendo i miei sorrisi

dai visi che li avevano portati al mondo 

come identità di spirito. 

Si stanno riducendo i nomi da cercare: 

sulle porte e nei portoni cambiano 

le voci ai citofoni.

Gigi è un dente della vecchia città 

che ricordo di nuovo, forse perché 

adesso lo avverto con la lingua 

caposaldo d’amore.

Ah, che mese gennaio che ha spento 

luci e amicizia in corso. 

Ingigantivano le feste più dei datari 

e le date guizzavano

senza contenersi al largo, 

ma adesso il golfo fermo si accosta

al tuo scoglio con il marmo bianco 

sulla cresta dell’onda.

Dall’ultima volta i cristalli del sale

normalmente pruriginosi attestati 

dell’acqua si trasferiscono in lacrime

testimoni della fortuna 

di averti in corpo.



(a L.L. - RIP)


15 gennaio 2024

 


Alan


L’ultima ostentazione è la polvere 

nella polvere con la possibilità di scorrere 

da polo a polo, a meno che grani di te 

(o tutto intero) ti facciano deserto, allora 

potresti un’altra funzione più a lungo.

Clessidra, ad esempio, che marca il tempo

prima che si rivoltino i canoni dell’epoca.

Alan, così ti hanno scoperto torto. 


Genio della formula logica: bastava 

carezzassi l’enigma cui facesti la guerra

perché la procedura fosse logica come 

capotreno e i binari questi passeggeri.

Poi i clang dei rotori divennero chip

che annidano le informazioni in una valle 

di silicone, Alan, dei seguenti. 


Anodo sacrificale per la ruggine morale,

hai toccato l’incomprensibile tabù 

con ogni parte del carpo, nel palmo

il numero uno e l’ormone posto a zero 

del manicheo di londra. Non mi pare 

che il veleno frutti la mela  

che ti finisce in gola.


Alan Turing - Foto dal web (elab. ferdigiordano)


9 marzo 2022

Reduci dall’umanità


(di Wasp Pirsig)


Dove c’era quel palazzone paglierino
con modanature caserecce e inserti
indaco più volte che finestre, a stento
si mantengono le rovine costruite
dalle bombe. Un bersaglio a mira
dei droni. L’aria unge l’acciaio
per reggere il colpo. L’aria si sporca
senza volerlo: i corpi volanti adesso
sono artifici macchinosi e letali,
scopiazzano gli ingegneri demolitori,
ma con assoluta perizia strumentale
eseguono l’ordine di devastazione.
Oggi è il quattromiliardesimo giorno
che viene à la Terre comme à la Guerre.
Nei parlamenti lo sparato è d’obbligo
ma la morte non è in discussione:
aumenta il prodotto interno lordo
di sangue: un rifiuto umano, pare.